Giocare, dobbiamo reimparare a farlo. E allo Spazio Gioconda, a Galatina, all’inizio della via che porta al “Duca”, proviamo ad allenarci a farlo, che sia spostando il peso del corpo, riallineando la postura, facendo volteggiare delle clave, danzando, oppure arrampicandosi, saltando, camminando in equilibrio su un filo. Nelle prossime settimane partirà una nuova proposta di gioco, un laboratorio di teatro, affidato alla compagnia Ura Teatro, di Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno. La città celebra l’apertura del suo teatro storico, il Cavallino Bianco, e questo laboratorio è anche un modo per festeggiare il ritorno al teatro, di fronte al palco ma anche sul palco. “Forse per chiarire cosa si fa in un laboratorio teatrale, conviene dire cosa è per noi il teatro - ci raccontano - Bene, allora diremo che il teatro è nella verità del momento presente, nell’assoluto senso di convinzione che può apparire solo quando un’unione lega interprete e pubblico. Se partiamo da uno spazio vuoto, un palcoscenico spoglio, questo atto da metafora si potrà trasformare in specchio del nostro tempo, così Amleto avrà sempre un’occasione per chiedersi se esistere oppure no”. Il gioco allora è un prezioso allenamento di presenza: “Il teatro esiste o non esiste soltanto in rapporto alle tensioni che è in grado di creare, così come la sua drammaturgia, che noi intendiamo non solo come l’insieme delle parole dette, quanto come la costruzione di dinamiche narrative ed emotive. Abbiamo fame di storie, ma non possiamo raccontare sempre le stesse senza mai cambiare tono”. Il laboratorio è in partenza e chi volesse unirsi a questo percorso di incontri settimanali, può contattare lo Spazio Gioconda al 3202481937 o la Compagnia URA Teatro al 3395064559 oppure visitare le loro pagine social.
L’Associazione Culturale URA teatro nasce come naturale continuazione del sodalizio artistico tra Fabrizio Saccomanno e Fabrizio Pugliese e dalla loro voglia di approfondire quel percorso artistico cominciato molti anni fa. In URA trovano subito ‘casa’ due spettacoli, “Gramsci, Antonio detto Nino”, di Saccomanno, e “Per Obbedienza, dell’incanto di Frate Giuseppe” di Pugliese, nati in quel filone di narrazione che fa della memoria il proprio centro poetico. Così due personaggi atipici, ognuno a suo modo, Gramsci e San Giuseppe da Copertino, danno il via al progetto URA teatro: quando la ricerca sulla memoria si lega al racconto stesso della vita quotidiana, ai problemi del presente e alle speranze del futuro, diventa un atto creativo della contemporaneità e non uno sterile culto di un passato da idealizzare. URA è parola presa in prestito dalla vicina Albania. Sta per ponte.


