Se ti viene da piangere, fallo. In quelle lacrime c’è la fragilità di una donna forte. E noi di te amiamo la caparbietà, la professionalità, il modo incredibile con cui ti prendi cura di tutto e di tutti, ma ci aspettiamo anche il momento in cui la croce ti fa piegare le ginocchia ed è in quell’istante che siamo tutti accanto a te, a stringerti nell’abbraccio della gratitudine, capace di farsi sentire anche da lontano.
Risultare positiva al covid-19 agita in te più la preoccupazione di un lavoro che devi per forza mettere in standby che la paura di quanto e come ti possa debilitare. In questa tua dedizione non c’è l’eroismo dei libri e delle favole, ma la grandezza di una responsabilità che parte dal cuore e si tocca con mano in ogni tua azione.
Oggi spetta a te essere dall’altra parte, ma nello spirito non perdi il tuo ruolo e la compassione pura che provi è segno evidente che dalle corsie non sei mai davvero distante.
Tu e altri due infermieri del Reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Galatina, che condividono con te la pena di questi giorni ovattati, di dolore, di porte chiuse, di mascherine e di guanti, avete visto la morte straziante che viene nella solitudine e il modus agendi di un male che affonda il colpo senza guardare in faccia nessuno, alienando dalla realtà.
Ma mai avete perso la speranza, mai siete venuti meno alla vostra missione. Pur prendendo sempre tutte le accortezze e predicando senza sosta il rispetto delle norme, il maledetto coronavirus ha trovato la strada per tormentarvi personalmente.
Allora l’incoraggiamento, che solo tu sapevi infondere in ogni collega e in ogni persona che scoprivi atterrita da quello che ci sta accadendo, lo facciamo nostro e lo giriamo a voi.
Siate ostinati nella vostra lotta e lasciate entrare nelle vostre case la preghiera e la stima che in tanti, davvero in tanti, stanno racchiudendo nelle proprie mani e stanno lanciando in cielo per voi.
il pensiero ha una potenza incredibile e ha già trasformato ogni “grazie” in una carezza.