“Ponte Picaleo: lasciate ogni speranza voi ch’entrate”

La vera storia del nome del ponte e del "quartiere" San Giovanni

“Ponte Picaleo: lasciate ogni speranza voi ch’entrate”

Gentile direttore, le confesso che sono proprio disorientato. Leggendo gli articoli che via via si sono susseguiti su galatina.it sembra proprio che la campagna elettorale galatinese si stia giocando sul destino del ponte “Picaleo”. Da una parte c’è chi lo definisce un “orizzonte senza colori”, un territorio abbandonato a sé stesso, scucito dal tessuto urbano. Dall’altra si parla addirittura di un progetto “portato avanti con la Regione, Ferrovie del sud est e Mercitalia che prevede al posto del vecchio mercato boario un bel parco e la rivalutazione dell’intera area”.
Bene. Ho 55 anni, per 40 ho abitato “al di là del ponte Picaleo” e le posso assicurare che ogni volta che ci sono state le elezioni comunali abbiamo assistito ad una passerella di politici, sicuramente pervasi da buone intenzioni e ai quali riconosco certamente una forte onestà intellettuale, che puntualmente hanno disatteso le aspettative create tra i residenti.
L’ultima iniziativa di una certa rilevanza che io ricordi risale a circa una ventina di anni fa, quando venne realizzato un intervento sulla fogna bianca nei pressi del ponte poiché, come qualcuno forse ricorderà, si allagava ogni volta che pioveva, facendo salire di circa un metro il livello dell’acqua e rendendo impossibile il passaggio in macchina o a piedi; lo stesso avveniva dalla parte opposta, sulla strada che fiancheggia la stazione di sollevamento liquami, isolando quasi completamente i residenti della zona dal resto della cittadina. Provate a chiedere al buon signor Ottavio quante auto impantanate ha dovuto tirar fuori con il suo trattore.
Vogliamo parlare, poi, dei cattivi odori provenienti dalla stazione di sollevamento liquami? Ci sono sempre stati, per quanto io ricordi, a volte più intensi e a volte meno, ma sempre presenti e ben riconoscibili! Bisogna riconoscere, però, che, nel corso degli ultimi anni, il piccolo quartiere in cui sono cresciuto ha cambiato volto e tanto è stato fatto per migliorarlo; ovviamente c’è ancora oggi molto da fare per riqualificarlo al meglio (come è necessario, del resto, migliorare molti altri quartieri del comune di Galatina), anche in considerazione dell’elevato numero di giovani famiglie che vi abitano adesso e che spero facciano sentire la loro voce e tutto il loro peso in maniera continua e proficua per far sì che le “promesse” si concretizzino realmente.
A proposito… “Picaleo” non è un nomignolo come qualcuno ha scritto riferendosi al nostro ponte ma vuole indicare un “travaglio dell’anima”: è un viaggio nel passato, un viaggio in quegli anni lontani in cui si veniva additati come quelli “dietro” il ponte (a dispetto dell’inclusione di cui oggi si parla tanto ) ma è anche una voglia di resistere, anzi di crescere e di guardare oltre, da parte di un piccolo gruppo di ragazzini che “dietro quel ponte” ha vissuto comunque tantissimi momenti felici, fatti di amicizie sincere e di valori veri condivisi da famiglie sempre pronte ad aiutarsi l’un l’altra!
E come disse una volta un mio amico fraterno: "La città non conosce quel manipolo di eroi senza macchia e senza paura che nottetempo, con un colpo di mano, con gran sprezzo del pericolo e con gagliarda audacia, compirono quell’impresa passata ai posteri, dando un nome a quell’anonimo ponte che segnava, come le colonne d’Ercole, il passaggio dal mondo civile a una terra selvaggia e pregna di insidie. A imperitura memoria fu segnato sul lapideo un epico ammonimento all’ignaro viandante: “Ponte Picaleo: lasciate ogni speranza voi ch’entrate”.