In estate, negli ultimi tre anni, lo si incontrava nel centro antico di Galatina con l'immancabile panama bianco ed il bastone. Uomo di grande cultura, era elegantissimo e i suoi gesti erano sempre gentili verso tutti.
Roberto Pennisi, magistrato in pensione originario di Acireale, se ne è andato, all'età di 73 anni, domenica 2 novembre 2025 nell'ospedale di Pescia dove era ricoverato.
"Con lui -ha scritto Luigi Spinosi su 'Il Tirreno'- scompare una figura che ha vissuto in prima persona alcuni dei momenti più drammatici della storia d’Italia. Per esempio era il Pm di turno a Siracusa la sera della crisi di Sigonella. Una vita dedicata alla lotta alla criminalità organizzata la sua, che si chiamasse ’ndrangheta o cosa nostra, o che si ramificasse in territori ingenuamente considerati immuni da quel male, basti pensare alle indagini condotte da magistrato a Venezia o l’inchiesta Aemilia."
Aveva esercitato la giurisdizione anche in Toscana dopo essere stato nella Dda di Reggio Calabria combattendo la 'ndrangheta e tutto il crimine organizzato.
Dal 2000 si era trasferito a Montecatini dove vive il figlio Cristiano continuando a tenere stretti contatti con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo di Roma.
La scoperta di Galatina era avvenuta per caso. In un vernissage a Lecce aveva conosciuto Luis che, attraverso un'amica comune, lo aveva invitato a scoprire la città 'Ombelico del Salento'.
Il simulacro di Sant'Agata nella Basilica di Santa Caterina d'Alessandria lo aveva particolarmente colpito. L'idea di acquistare casa a Galatina era scattata immediatamente, quasi un colpo di fulmine. L'aveva trovata a due passi dal Tempio Orsiniano in via San Francesco.
"L'ultimo suo soggiorno galatinese era durato quasi un mese ed aveva reso felici tutti noi suoi amici" -confida Luis appena tornato da Montecatini dove si era recato per rendere l'estremo saluto "ad un fratello".
La scomparsa di Roberto Pennisi il valoroso magistrato innamorato di Galatina