Molto rischioso mangiare il pesce crudo

Molto rischioso mangiare il pesce crudo

Il “ruvetto” o il “pesce palla”, il “capolepre” o l’alice attaccata dall’Anisakis. Sono solo alcuni dei rischi potenziali per i consumatori con i quali i veterinari e gli ispettori della Asl di Lecce hanno fatto i conti nei due giorni di corso tenuto ieri e oggi nel Polo didattico di via Miglietta a Lecce.
“Specie ittiche tossiche e lessepsiane: Prospettive nel controllo sanitario dei prodotti della pesca”. Questo il tema del corso, tenuto da docenti dell'Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con la supervisione del responsabile scientifico del Servizio veterinario Area B Asl Lecce, Maurizio Vetrugno, che si occupa di igiene degli alimenti di origine animale.
Con la formazione acquisita sul campo gli ispettori della Asl saranno in grado di controllare la presenza di contaminanti chimici che finiscono nei prodotti della pesca (mercurio, piombo ed altri),  oppure il rischio di antibiotico resistenza, rappresentato da organismi che possono albergare al loro interno con geni antibiotico resistenti, in grado di causare effetti indesiderati nell'uomo.
In cima alla lista dei pericoli c’è  l’Anisakis. Un parassita presente nel pesce che, se mangiato crudo, può dare vomito, diarrea e granulomi intestinali.
Ma non è meno pericolosa la presenza nel nostro mare (collegato con il Mar Rosso attraverso il canale di Suez) di circa 500 nuove specie (aliene). Tra queste anche il pericoloso pesce palla (Lagocephalus sceleratus), che insieme al Capolepre sono stati banditi dall’Unione europea perchè contengono la tetraodontossina, una tossina molto dannosa.
In generale – fanno sapere i veterinari della Asl -  i pericoli possono provenire da pesci crudi o poco cotti, comunque non sottoposti a idoneo trattamento: il congelamento ad almeno -20 gradi per 24 ore oppure nel congelatore di casa per 96 ore a -18 gradi.
Per evitare guai, in linea di principio, è importante mantenere la catena del freddo ed eviscerare prontamente il prodotto.