"Ho curato a casa sua un mio paziente contagiato da Covid-19"

Antonio Antonaci, medico di base a Galatina, racconta la sua esperienza pilota

"Ho curato a casa sua un mio paziente contagiato da Covid-19"

“Dottore, non mi sento tanto bene. Da qualche giorno ho la febbre (mi è arrivata anche a 39), un po’ di tosse secca ma soprattutto ho dolori dappertutto e non mi reggo in piedi per la debolezza”.
Quando Antonio Antonaci, medico di base a Galatina, ha ricevuto da un suo paziente sessantenne, questa telefonata non ha avuto molti dubbi. “In altri tempi -spiega- avrei pensato ad un’influenza ma, in piena pandemia, il mio pensiero è corso subito al Covid-19. I sintomi c’erano tutti, purtroppo. Ho chiamato il Sisp (Servizio Igiene Salute Pubblica) ed ho chiesto, anche per iscritto, che il mio assistito venisse sottoposto al tampone. Quando abbiamo saputo che era risultato positivo, avevamo solo due possibili strade da percorrere: il ricovero in ospedale o il trattamento a casa da me impostato, sotto mia guida e responsabilità”.
Il dottore Antonaci si ferma un attimo nel racconto e, anche attraverso il telefono, si intuisce che sta ripercorrendo con la mente i momenti in cui andava maturando e proponeva una decisione difficile ed impegnativa.
“La sintomatologia non era grave -continua- ma comunque importante. Il mio assistito, informato da me, compiutamente, circa la terapia che avrebbe dovuto assumere, rassicurato dal fatto che saremmo sempre rimasti in contatto telefonico, ha acconsentito a curarsi a casa. La terapia che ho usato fa riferimento al protocollo studiato ed approvato dalle società scientifiche di medicina, per la cura della Corona Virus Desease-Anno 2019 (COVID-19), in Italia. Il farmaco di punta, nell’ambito del trattamento terapeutico da me usato, è stato l’idrossiclorochina.
Il paziente ora è asintomatico in buone condizioni ed è in attesa del secondo tampone per la conferma della guarigione”.
“L’ho sentito ogni giorno. I nostri contatti sono stati solo telefonici -spiega Antonio Antonaci che non è nuovo a scelte innovative e talvolta controcorrente (lo psicologo insieme al medico di medicina generale, ad esempio). - Le medicine ha provveduto a ritirarle in farmacia un suo parente che non abita con lui e gliele ha fatte avere senza mai venire a contatto con lui”.
“Ho voluto raccontare questa mia esperienza pilota (probabilmente è la prima in Puglia, ndr) per dare fiducia e speranza alle persone ed evidenziare l’opportunità che il Medico di Medicina Generale ha di curare i suoi assistiti a domicilio. Il ricorso al ricovero in ambiente ospedaliero, deve poter essere riservato ai casi più gravi; inoltre, è stato studiato e verificato che, se si interviene subito con la giusta terapia a domicilio, si rende meno probabile l’evoluzione sfavorevole della malattia; si fa, cioè, una sorta di prevenzione. Bisogna organizzarsi, per fare questo, e le autorità sanitarie locali si stanno adoperando in questa direzione”.
“In ambulatorio, intanto, mi sono attrezzato equipaggiandomi  “alla meglio” con dispositivi di protezione da me acquistati o ricevuti in dono anche dai miei assistiti (che ringrazio di cuore) e posso ricevere i pazienti, uno alla volta,  in una stanza che ho recentemente creato, in un locale accanto allo studio, aprendo una porta a metà del corridoio, ma per le domiciliari non ho ancora a disposizione i DPI validati che garantiscono me e il paziente”.