Donato Metallo, un uomo giusto

La politica si sta mobilitando, come è consuetudine fare. È andato via “uno di noi” stanno affermando i vari sindaci, consiglieri, onorevoli. Ma non so quanto Donato Metallo fosse uno di loro. Credo che fosse uno dei pochi, pochissimi, a essere impregnato di politica, nel senso di attività concreta a servizio della comunità, ma di essere allo stesso tempo lontano anni luce dall’iter trito e ritrito con cui ci si accomoda in poltrona nelle stanze del governo cittadino e si lascia scorrere la vita con qualche guizzo di apparenza, una processione, un’inaugurazione.

Donato Metallo è morto a 44 anni, molti dei quali spesi a fare la differenza, mai per se stesso, sempre per chi aveva bisogno di un voce, ma non sapeva come parlare. Nel momento in cui è stato necessario, ha amplificato le richieste e le speranze delle persone, anche quando non aveva la forza fisica per farlo. Prendeva così seriamente il ruolo che i suoi elettori gli avevano affidato, da superare le titubanze in certi istanti crudeli che gli imponeva la malattia.

La politica fa bene a mobilitarsi e spero riesca a trovare le parole giuste per un uomo giusto. Gli slogan di circostanza lasciamoli ai prossimi post sui social con i quali imbonire i superficiali.

Donato Metallo ci ha lasciato in eredità un modo unico di camminare incontro a ciò che conta di più, portandosi dietro la sua esperienza di padre pieno di gratitudine e di compagno pienamente consapevole del significato dell’amore e della condivisione. Non dimenticare sarebbe la promessa più corretta. Prendere esempio da lui denoterebbe un’onestà intellettuale che fatichiamo a riscontrare intorno a noi, ma che speriamo questo grande consigliere regionale, per anni sindaco di Racale, voglia instillare nel cuore di chi sarà chiamato a prendere il suo posto.