Quando Aldo Moro inaugurò il "Santa Caterina Novella" con Beniamino e Palmina De Maria

Quando Aldo Moro inaugurò il "Santa Caterina Novella" con Beniamino e Palmina De Maria

Caro Dino, sono felicemente sorpreso dalla notizia, letta sui giornali nella settimana appena passata, che è stata intitolata una sala nella sede di Bruxelles dell'Assemblea UE, a uno dei nostri politici salentini, a l'On. Aldo Moro. Conosciamo tutti quest'illustre statista vittima delle Brigate Rosse, e della saggezza che lo differenziava dai colleghi parlamentari. Definito "tenace mediatore" dal capogruppo dei Popolari al Parlamento Europeo, Malfred Weber, era uomo legato alla sua Terra, quella salentina, e alla sua popolazione; con la quale condivideva i suoi "sani" principi di vita, la sua fede cattolica. Principi che rifletteva sulla sua esperienza politica, quelli della solidarietà, del rispetto, dell'umiltà e del dialogo.
A Galatina aveva legami di amicizia e rispetto con un nostro illustre concittadino l'On. Beniamino De Maria e della di lui sorella Palmina, con i quali, nel 1966, tagliò il nastro della nuova sede dell'Ospedale civile, " Santa Caterina Novella".
Quest'ultimo è oggi vittima di una politica che ha per anni sprecato denari nonostante avessero già intenzione restrittive riguardo alla struttura. Non si può continuare a costruire nuovi padiglioni e ristrutturare interi reparti se era ormai palese a tutti che si sarebbero andati a chiudere. Lo si sapeva dalla presidenza Fitto.
Perché si sono assunte cooperative per le pulizie e per i servizi, della cucina e della lavanderia, se vi era del personale addetto a tale servizi? I conti in rosso della sanità pugliese sono frutto di scellerate spese, che con la gestione della signorina Palmina De Maria non si erano mai viste.
E' chiaro a tutti che oggi per rimediare allo spreco degli ultimi trentanni non si può fare altro che tagliare i posti letto. E ancora una volta a pagare, con i propri disagi, saranno gli utenti bisognosi di assistenza, gli ammalati e le persone anziane. Facciano ogni tanto dei discorsi logici! Le colpe sono della politica  di Via Capruzzi a Bari e non dei nostri amministratori locali!
Ma torniamo al giusto riconoscimento a l'On. Aldo Moro.
Mia nonna Cristina, sua coetanea, ogni volta che lo vedeva in televisione lo ricordava con affetto. Vissero un'infanzia da vicini di casa, a Maglie. Lei era figlia di una famiglia contadina, lui figlio di persone "impiegate", così li definiva.
"Ce era buneddru-dal dialetto maglese di mia nonna- era sempre ben vestito con la camicia bianca e i pantaloni corti, le calze bianche e le scarpe sempre lucide; immancabili i libri in mano. Poi una volta trasferitosi, costretto dal lavoro paterno, a Bari non si videro più. Ma lei lo ricordava con molto piacere.
Era nato per lasciare il segno in ogni momento della sua vita e anche dopo!