Durante una visita aggredito urologo nell'Ospedale di Casarano

La solidarietà di Stefano Rossi, Loredana Capone e Fernando Monterforte

Questa mattina, 10 settembre 2024, un Medico del Reparto di Urologia dell’Ospedale di Casarano è stato aggredito da un uomo durante l’esecuzione di un esame diagnostico.
“Il bollettino di aggressioni fisiche e verbali ai danni dei nostri operatori sanitari - afferma Stefano Rossi, direttore generale di Asl Lecce- è purtroppo in costante aggiornamento. Sono notizie che non vorremmo dare, segno evidente di un disagio diffuso, legato a frustrazione ed esasperazione e alla difficoltà a costruire relazioni sane, dal volto umano.
È un fenomeno che non riguarda solo la sanità, ma anche il mondo della scuola e della vita collettiva pubblica e su questo è sicuramente opportuno avviare una riflessione condivisa. L’episodio di oggi è particolarmente eclatante perché la violenza verbale e fisica, un calcio al basso ventre, si sono manifestate in un contesto non emergenziale ma durante l’esecuzione di un esame diagnostico ambulatoriale, in una apparente routinaria mattina di lavoro. Al Medico coinvolto nella brutale aggressione, al Direttore del Presidio ospedaliero esprimo solidarietà, sostegno e affetto a nome della Direzione strategica”.
“Quello che sta accadendo in queste ore ai danni del personale sanitario con continue aggressioni merita un intervento radicale.
Lo sostiene Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale pugliese.
" È necessario -aggiunge- un impegno del governo in sinergia con la Regione per mettere in campo un piano straordinario che preveda interventi strutturali per risolvere un problema che rischia di far saltare il sistema sanitario pubblico”.
“La mia più totale solidarietà a medici, infermieri e personale sanitario che da tempo si ritrovano a lavorare in continua emergenza, con turni massacranti per la mancanza di organico e molto spesso anche di carenze strutturali – dice Capone - Ad un aumento della domanda di medici corrisponde una diminuzione dell’offerta nei settori più carenti come quelli di emergenza urgenza, anestesia - rianimazione, psichiatria, geriatria. Senza contare che le basse retribuzioni del settore pubblico orientano sempre più la scelta dei giovani specializzandi, ma anche degli attuali medici, verso il privato. Questo compromette l’esistenza del sistema pubblico con gravi conseguenze per i cittadini e le cittadine, perché viene violato l’accesso di tutti alle cure come sancito dalla nostra Costituzione. Non possiamo permetterlo”. “Per questo la mia vicinanza va a tutte le cittadine e cittadini che sono costretti a non curarsi a causa della lunghe liste d’attesa e la mancanza dei servizi – aggiunge - Ben venga l’aumento della vigilanza nei Pronto soccorso e il manager della sicurezza proposto dall’Università, così come la previsione di un servizio di vigilanza per le Guardie mediche che molto spesso si trovano in locali isolati e senza alcune sicurezza con un pericolo maggiore per le donne; ma serve anche altro – spiega Capone - È necessario investire più risorse per rafforzare la medicina territoriale che può rappresenta una fonte importantissima per garantire servizi più veloci ed efficienti così da decongestionare i Pronto soccorso e gli ospedali. Accelerare la realizzazione delle Case di comunità potrà dare un contributo, così come l’organizzazione tra medici di base rafforzate dall’accordo con i medici di Medicina generale firmato oggi. Ma urgente si rivela anche l’accordo per la continuità assistenziale, così come è necessario dare attuazione alla legge sullo psicologo di base, che ho fortemente sostenuto. Il sostegno psicologico preventivo può indubbiamente influire per combattere questa ondata di aggressività e rabbia. Non c’è più tempo da perdere. Questo governo deve mettere al centro della sua agenda le politiche sanitarie altrimenti salterà l’intero sistema sanitario pubblico”.
"Gli episodi di aggressione contro i medici e gli operatori sanitari in genere -dice Fernando Monterforte, segretario provinciale Cisl medici- sono sempre più frequenti e bisogna porre un rimedio efficace e soprattutto tempestivo per tutelare tutti coloro che quotidianamente con professionalità e senso di responsabilità sono pronti a intervenire per curare e salvare la vita altrui. Non possono più essere tollerabili azioni violente di questo tipo. Ormai le aggressioni negli ospedali sono un' emergenza pubblica e richiedono un intervento immediato delle istituzioni e delle autorità. Bisogna fare prevenzione individuando i fattori di rischio per gli operatori sanitari e attuare le strategie ritenute più opportune da parte dei servizi interessati. È fondamentale sensibilizzare i cittadini a riflettere sull'importanza del lavoro dei medici. La Cisl Medici esprime la propria posizione favorevole nell' inasprimento della pena a carico degli aggressori. Tutto ciò non deve più accadere. Esprimiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza all' urologo di Casarano aggredito e a tutto il personale sanitario."