Viaggio nella storia dell'arte con le opere di Mimino Toma

La mostra rimarrà aperta fino al 6 gennaio. All'interno una visita virtuale con la guida del figlio Marcello

Viaggio nella storia dell'arte con le opere di Mimino Toma

Il 'Tributo a Mimino Toma' è un vero e proprio viaggio nella storia dell'arte. L'esposizione delle opere dello scomparso direttore didattico è allestita a Palazzo Micheli e rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2013. Di seguito riportiamo i due interventi inseriti nella quarta di copertina della guida alla mostra. "L’impronta che un uomo lascia del suo passaggio terreno -scrive Luciano Toma- ha una forma non sempre semplice da interpretare; nell’arco temporale produttivo, o per passione o per necessità, si trova a svolgere una serie di attività che lo caratterizzano e che, molto spesso, rappresentano ciò che di lui rimarrà. Mimino Toma, nella sua operosa stagione terrena, di ruoli ne ha svolti diversi, lasciando sempre, in coloro che ne hanno incrociato il cammino, un segno profondo e significativo. La Pittura è stata uno dei suoi interessi maggiori soprattutto dopo che la scuola, raggiunta l’età pensionabile, ha finito di essere il suo pensiero lavorativo predominante; non l’unico, essendo una persona con una grandissima voglia di fare e tanta curiosità per ciò che non fosse per lui abitudinario, ma sicuramente quello che ha fatto sì che la famosa impronta, cui si accennava, fosse ancora più profonda. In questa occasione si vuole cercare di offrirgli un tributo esponendo alcune delle sue opere eseguite con grande tecnica e passione".

"Schivo e riservato, concedeva a soli pochi intimi, oltre che ai suoi familiari, le sue confidenze, le sue passioni per la ricerca artistica, che spaziava su tutta l'arte dal Rinascimento ai giorni nostri. Particolarmente affascinato dai risvolti più segreti che avevano mosso le composizioni dei grandi -ricorda Alfredo Sanasi- ne traeva delle copie che non erano delle semplici copie, ma rifacevano tutti i passaggi, i tormenti ed i significati che erano sottesi alle grandi opere originali. Di ognuna di esse conduceva uno studio attento e meticoloso, una indagine intima, prima di stendere e tormentare con le tecniche più varie, dall'olio alle tempere, tele, fondi di tavole, cartoni e tutti gli altri supporti che voleva sperimentare. Non era contento di tecniche e metodi tradizionali, ma la ricerca di nuove maniere e sistemi di pittura lo affascinava sino a fargli trascorrere notti insonni per risolvere intenti inusitati. Le chiese di Galatina e di vari paesi della provincia fanno bella mostra del suo indefesso lavoro".