"Da medico galatinese voglio capire"

Lo stabilimento Colacem e la presunta lettera dell'Ordine dei medici e di alcune sigle sindacali. Si tratta di una fake news? Cita dei dati che non hanno riscontro e sono smentiti dallo stesso documento tirato in ballo dai sanitari salentini

"Da medico galatinese voglio capire"

Egregio Direttore, con riferimento all’articolo apparso, oggi, sulla testata, da Lei diretta, dal titolo: “Stabilimento Colacem Galatina: i medici salentini tirano il sasso e nascondono la mano?” vorrei, nella mia qualità di medico e di galatinese, poter dare un contributo.
Nei giorni scorsi, numerose ed autorevoli associazioni, rappresentative della classe medica salentina, hanno sottoscritto un documento con oggetto: “Provvedimenti urgenti a maggior tutela della salute pubblica da inserirsi nel rinnovo AIA Colacem.”  Il documento è divulgato sui social.
A mio parere, è stata, questa, un’iniziativa pregevole e doverosa, e ve ne dovrebbero essere altre, di simili, in una società democratica e civile come la nostra. Vede, Direttore, nessun medico, proprio per la professione che svolge, può restare indifferente e inerme dinanzi al tema dell’inquinamento ambientale che, come sappiamo, è causa di tante gravi patologie. Non si tratta di individuare colpevoli o responsabilità; i medici non hanno né titolo, né competenza, né voglia di fare questo, ma si tratta di un “dovere specifico”. Il dovere di stimolare e sollecitare le Istituzioni preposte a porre in atto, quanto più possibile, tutte le procedure previste dalla legge in tema di controlli e di tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Com’è noto, i tumori maligni a Galatina e dintorni sono aumentati a dismisura ed è obbligo di ciascuno di noi fare quanto è nelle sue possibilità per individuarne la causa e frenarne l’incidenza; con un’attenzione ai possibili fenomeni di inquinamento ambientale volta a 360 gradi. E ben venga la disponibilità e l’apertura di Colacem, così come  si apprende dalla stampa.
Tutti a Galatina sappiamo quanto lavoro dia Colacem ai nostri concittadini e quanto sostegno concreto abbia dato al nostro territorio; “la Cimenteria” ormai fa parte della nostra storia, al suo fondatore è dedicata una piazza, e nessuno, in fondo, “ce l’ha” con la Colacem; ma, proprio per questo, si ha la convinzione, da galatinesi, che un gruppo industriale così importante operi in condizioni di assoluta sicurezza, sostenibilità e trasparenza; è una questione di fiducia. 
Chi Le scrive, può testimoniare che, nell’ultimo anno, ha avuto, tra i suoi pazienti, 5 nuovi casi di carcinoma polmonare e tutti sono giunti al decesso entro 6 mesi dall’inizio della malattia, nonostante le cure. Un medico, che faccia onore al camice bianco che indossa, deve chiedersi perché.
E’ l’aria? Sono le acque? I cibi? Che cosa?
Direttore, io e lei, viviamo a Galatina con i nostri figli (nipoti, ecc.) e vorremmo lasciar loro un luogo migliore in cui camminare, bere, respirare, lavorare…esistere, migliore di quello che abbiamo trovato noi.
Da medico, poi, Le garantisco che avere a che fare, ogni giorno, con gente che si ammala di tumore, e vi muore, non lascia molto spazio a moti di coscienza diversi da quello che, sicuramente, ha condotto i miei colleghi a sottoscrivere quel documento su Colacem.
Leggo, poi, nell’articolo, su Galatina.it, di un invito, disertato dai firmatari, a partecipare ad una visita guidata all’interno dello stabilimento: ma, mi chiedo, a cosa serve proporre a dei dottori in medicina e chirurgia una visita di questo genere? Che competenza possono avere costoro? Giusto per dire che tutto è stato discusso e chiarito?  Bisogna che ogni industria spalanchi le proprie porte ai controlli da parte di periti esperti, di tecnici addetti e abilitati, magari, questi sì, accompagnati dai medici; professionisti del settore geologico, chimico e industriale, che abbiano le conoscenze dovute e sappiano “cosa e dove guardare”.
Forse, Colacem dovrebbe organizzare questo tipo di incontri.  Per concludere, sul contenuto di tipo tecnico, riportato nel documento firmato dalle organizzazioni dei medici, e che viene, nell’articolo in parola, smontato da Colacem, non oso entrare poiché non ho la minima idea di come debba funzionare un cementificio secondo le regole e le norme.
Il compito della comunità medica salentina (e qui mio) è di sensibilizzare e stimolare le Istituzioni e i media sul tema della tutela della salute e della prospettiva di vita, per tutti noi.
Nel ringraziarLa, porgo distinti saluti
Antonio Antonaci  (Medico di Medicina Generale  -  Galatina)

Gentile dottore Antonio, mi sono permesso di evidenziare in neretto due espressioni che Ella usa riferendosi ai medici i quali si sono ben guardati dal "sottoscrivere" la lettera a cui Ella si riferisce. Come potrà notare, nel documento qui allegato (e nelle copie che si trovano su facebook) non ci sono firme (è questo il motivo per cui galatina.it, pur avendola ricevuta, non l'ha finora pubblicata). Lo stesso Presidente dell'Ordine dei Medici e dei Chirurghi di Lecce, Luigi Pepe, interpellato dal sottoscritto, ha detto di non averla firmata e di non essere in grado di spiegare le cifre e le indicazioni tecniche in essa contenute ma di avere espresso la propria condivisione del principio che "la salute dei cittadini va difesa". Sarebbe interessante sapere quale persona può, ragionevolmente, sostenere il contrario.
Se l'estensore della missiva e tutti coloro che hanno autorizzato l'uso del logo della propria organizzazione sindacale avessero letto il documento che citano, per avallare in particolare le cifre sui presunti danni economici ed alla salute attribuibili, secondo i loro non documentati calcoli, proprio allo stabilimento Colacem di Galatina, si sarebbero accorti che, in quello stesso rapporto, è testualmente scritto che "Una limitazione dell'E-PRTR (il rapporto, ndr) è la mancanza di dati relativi al consumo di carburante o dati di produzione per i singoli impianti, rendendo impossibile valutare direttamente gli impatti ambientali di un impianto rispetto al suo input di carburante o alla produzione economica".
Come hanno fatto, allora, i firmatori nascosti a scrivere nella loro lettera che  "la Colacem ha causato tra il 2008 e il 2012 un inquinamento tale da generare costi per danni ambientali e sanitari compresi fra 37 e 67 milioni di euro?"
La salute e la sicurezza dei cittadini sono cose  troppo serie. Quando si lanciano accuse e si danno numeri bisogna documentarli non semplicemente "spararli".
Ho chiesto ai colleghi presenti alla conferenza stampa, nel giorno stesso in cui i medici non si sono presentati, se, relativamente alla citata lettera, avessero fatto i riscontri che ogni cronista è tenuto a fare prima di pubblicare qualsiasi notizia. La risposta è stata unica: no. Ecco come nascono le fake news e come si genera allarme sociale.
Altro discorso è il Suo.
Colacem ma anche ASL, ARPA, Provincia di Lecce e Comune di Galatina dovrebbero organizzare incontri in cui danno conto dei controlli che, 24 ore su 24, vengono fatti sulle emissioni dello stabilimento di via Corigliano e chiariscono quali misure vengono adottate per ridurre al minimo i danni alla salute ed all'ambiente.
Il più delle volte "una smentita è una notizia data due volte" ma ci sono dei casi in cui non bisogna tacere, non tanto per difendere il proprio onore o la propria correttezza, ma quanto per dare ai cittadini le giuste informazioni.
Ricambio i Suoi graditi saluti. (d.v.)

Stabilimento Colacem di Galatina, i medici salentini tirano il sasso e nascondono la mano?