Crescono le adesioni al corteo "Per un Salento aperto e solidale"

Crescono le adesioni al corteo "Per un Salento aperto e solidale"

Aumentano giorno dopo giorno le adesioni in vista del corteo "Per un Salento aperto e solidale" in programma a Lecce sabato 16 febbraio. Sono oltre 30 le sigle che hanno già risposto all'appello indetto dal "Coordinamento leccese contro il decreto sicurezza" di scendere in piazza e far sentire la propria voce contro le politiche dell'attuale governo nei confronti di migranti.
Associazioni laiche e religiose, partiti, movimenti studenteschi, amministrazioni comunali, docenti universitari, rappresentanti della cultura e liberi cittadini stando sostenendo le iniziative del comitato promotore che ha lanciato la campagna social con l'hashtag #salentosolidale. "Crediamo che sia arrivato il momento, per chi vuole rappresentare attraverso varie forme artistiche, la nostra società, di dimostrare di essere di parte, di quella parte che noi crediamo sia quella giusta", fa sapere in una nota Anna Caputo, presidente di Arci Lecce. Da Nabil Bey dei Radiodervish al cantautore salentino Mino De Santis, passando per Fernando Blasi, in arte Nandu Popu, sono tra i primi musicisti ad aver aderito alla campagna social. Dopo il successo della manifestazione dello scorso 6 gennaio, che si è conclusa in piazza Duomo con la partecipazione e l'intervento finale dell'arcivescovo Michele Seccia, non si può rimanere inermi dinanzi alle politiche discriminatorie nei confronti dei migranti, mero frutto di una becera propaganda di odio, che nulla ha a che vedere con il problema sicurezza. La chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto nelle ultime settimane, quello di Mineo in queste ore, rischiano soltanto di innescare nuove 'bombe' sociali e innalzare il livello di insicurezza nei territori. Lasciare per strada persone, famiglie e bambini non è un gesto umano, così come chiudere i porti e non consentire un approdo sicuro a chi cerca disperatamente aiuto. Bisogna continuare a lottare per una società più umana, che ponga al primo posto la difesa degli ultimi, tutti, al di là del colore della pelle e delle nazioni di provenienza, perché questa rischia di essere una battaglia contro gli esclusi, non è un caso, per esempio, che proprio i senza casa, pur essendo "italianissimi", non potranno usufruire del reddito di Cittadinanza. Bisogna smentire la propaganda di odio messa in piedi dall'attuale Governo. In Italia non è in corso alcuna invasione. I numeri parlano di un crollo degli sbarchi sulle nostre coste, mentre aumentano in proporzione i morti in mare: solo nel mese di gennaio 2019 sono morte 144 persone, poco meno della metà del totale dei morti (315) in tutto il 2018. Numeri che rendono il mar Mediterraneo il confine più pericoloso al mondo. Dietro a quei numeri ci sono uomini, donne, famiglie, bambini che cercano disperatamente di scappare da fame e guerre, di fuggire dalle violenze che subiscono in Libia. In questo clima di odio legalizzato non possiamo accettare che l'indifferenza diventi normalità. Vogliamo diffondere un messaggio forte e deciso, che unisce tante differenti realtà del territorio, laiche e religiose, con l'obiettivo comune di far conoscere le conseguenze di politiche simili. In tutta Italia si stanno diffondendo iniziative a sostegno dei migranti, dove amministrazioni comunali con il sostegno dei propri cittadini stanno fornendo un rifugio sicuro dentro le loro case a quanti in queste ultime settimane si stanno ritrovando in mezzo a una strada a causa del Decreto sicurezza. Da sempre lavoriamo per una società più equa e giusta in cui nessuno resti indietro. Da sempre siamo a fianco dei piccoli e degli ultimi, degli sfruttati, dei perseguitati senza distinzione di colore o di provenienza. Abbiamo assistito negli ultimi 20 anni ad un progressivo inasprimento delle politiche (anti)migratorie con misure sempre più restrittive e contrarie al senso di umanità; sentiamo che i valori di accoglienza, di uguaglianza, di giustizia sociale che sono alla base della nostra Costituzione, delle Convenzioni internazionali e delle nostre convinzioni siano pesantemente messi in discussione. Non ci tireremo indietro per difendere i valori della nostra Costituzione. Vogliamo un Salento che sia aperto e solidale. Per questo chiediamo giustizia, rispetto dei diritti umani e dignità per le persone, porti aperti, un welfare adeguato ed universalistico che risponda ai bisogni delle persone, adeguato soccorso alle persone in difficoltà, corridoi umanitari, il diritto a una vita e accoglienza dignitosa per tutte e tutti, canali di ingresso regolari per ricerca lavoro. Chiediamo a tutte le persone di mostrare da quale parte stanno. Non è più il momento di subire in silenzio, ma di far sentire la propria voce. Perché togliere diritti ai migranti significa limitare i diritti di tutti e il passo è breve per limitare i diritti acquisiti di donne, omosessuali, portatori di handicap, ecc… Appuntamento per la manifestazione sabato 16 febbraio a Lecce, ore 10.00 a Porta Napoli.

Il corteo è promosso dal Coordinamento leccese contro il Decreto Sicurezza, che ha raccolto l'adesione di Anpi, Cgil Lecce, Agedo Lecce, Link, Uds Lecce, Studenti Indipendenti, Udu, Più Europa, Arci Lecce, Emergency Salento, Diritti a Sud, Philos, Sinistra italiana Salento, Coop. Rinascita, Articolo 1 Mdp, Amis Onlus, Lecce Bene Comune, Arcigay Salento, Una rete per la città, Università Popolare, AWMR Italia-Donne della Regione Mediterranea, Centro di Ricerca "Laboratorio di Studi Lacaniani" (Università del Salento), Comune di Trepuzzi, Ass. Blablabla, Ass. La Scatina, Rifondazione Comunista, Uds Nardò, Caritas Diocesana Lecce, Ass. Controcanto di San Cesareo, Coop. Soc. Commercio Equo e Solidale, mercatino multietnico, Ass. Alter-Azione Lecce, Gus, Fondazione Emmanuel -Don Francesco Tarantini per le Migrazioni e il Sud del Mondo.