Alla "Giovanni Pascoli" l'incontro con Donato Chiarello

Alla "Giovanni Pascoli" l'incontro con Donato Chiarello

Si è concluso, sabato 23 novembre, nell’Aula Magna della scuola media “G. Pascoli”, il ciclo di tre incontri con l’autore, dedicato alla lettura, promosso dalla dirigente Anna Antonica. Nel corso del primo incontro gli alunni delle prime classi hanno assistito a letture proposte dal prof. Paolo Maria Mariano, del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze e appassionato lettore. Per il secondo incontro le seconde classi hanno dialogato con Gaetano Appeso, Ufficiale della Marina Militare Italiana, ma viaggiatore di professione che ha presentato E-mail dall’Amazzonia, diario dei suoi viaggi in America latina.
Nel programma della giornata di sabato l’ospite è stato Donato Chiarello, docente di Lingua e Letteratura Francese al liceo linguistico “G. Comi” di Tricase, autore e attore per la compagnia teatrale La Calandra e autore di La chiave di una volta, con cui ha vinto il premio speciale Fortuna Dautore 2016 al suo esordio editoriale. Nasce in Francia l’interesse di Chiarello per il teatro e il racconto sembra ideato e scritto per la messa in scena. E’ la storia di Bartolo, bambino abbandonato, che arriva a Leuca a bordo di un peschereccio in partenza da Taranto. Chi l’aveva lasciato sul ponte del peschereccio in una mattina di maggio? oppure si era perso? Tata Nati, orologiaio cieco, lo adotterà…. dunque “Bartolo è il migrante che ha trovato la sua chiave di volta”? Tra profumi di zagare e di sapone d’Aleppo tra l’odore del ferro delle chiavi di una volta e del tabacco, il racconto ha per tema una storia d’amore di una volta, la cui protagonista, Maria Luce, è una tabacchina di tredici anni dalla saggezza antica e dalla bellezza disarmante. Fin qui tutto si è svolto nella norma. L’incantamento generato dalla lettura di Chiarello ha fatto il resto. Dalla serie di rimandi simbolici, alle immagini di un Salento arcaico alla recitazione, sorta di “prova del 9” a cui sottopone i suoi testi per saggiarne la sonorità, la pregnanza semantica, la valenza emozionale, la capacità di arrivare al lettore/ascoltatore. Non poco ha giocato il suo servizio presso l’Unione Italiana dei Ciechi per il “centro del libro parlato”. Studenti e docenti hanno condiviso il piacere dell’ascolto di una voce vera, presente, non digitale, non diffusa dal pc. Più volte, nel corso della presentazione, si è fatto cenno al Piccolo Principe e più volte Chiarello ha comunicato l’urgenza del recupero dell’ascolto: “raccontate le favole ai vostri bambini” fa dire a Tata Nati, personaggio esemplato sul ricordo del suo bisnonno…perché raccontando si creano legami, si condividono speranze e sogni. Il racconto esorcizza le paure: “imparate a raccontare, una storia ci mette al riparo dagli strali avversi della fortuna” perché finchè racconto delle storie sono vivo in quanto nella creazione si attua l’affrancamento dal dolore. I personaggi si creano, si inventano, ma alla fine siamo noi stessi ad essere presi per mano dalle nostre creature. Rosamaria Dell’Erba